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Firma del trattato da parte di Molotov alla presenza di Ribbentropp e Stalin (Foto da Wikipedia)
Ufficialmente, viene definito patto di “non aggressione” tra il Terzo Reich e l’Unione Sovietica, firmato il 23 agosto del 1939 dai rispettivi ministri degli esteri von Ribbentropp e Molotov.
Gli obiettivi di Stalin erano abbastanza chiari: rioccupare i territori della Russia zarista persi nella Prima Guerra Mondiale (chiara e netta eredità, secondo il mio parere, del cosiddetto “sciovinismo grande-russo”: l’espressione era stata usata da Lenin stesso nei confronti di Stalin e dei “burocrati” della rivoluzione nel dicembre del 1922! http://stefano-santarelli.blogspot.it/2010/11/lautodeterminazione-dei-popoli-lultima.html ) e tenere sotto controllo l’espansionismo tedesco. Inoltre, sperava di isolare il Giappone, che già da alcuni anni si allargava pericolosamente in Estremo Oriente (invasione della Manciuria nel 1931, incidenti al confine con l’URSS a partire dal 1935) e si era alleato con Hilter nel 1936 stipulando il Patto Anticomintern in funzione antisovietica.
Per la Germania nazista l’occasione era molto ghiotta perché l’ossessione strategica dei tedeschi rimaneva quella di evitare di dover combattere contemporaneamente ad ovest e ad est, come in effetti era accaduto nel primo conflitto mondiale, soprattutto a causa del fallimento del Piano Schlieffen. Hitler pensava già all’attacco contro le potenze occidentali, anche se il suo piano espansionistico di lungo termine era dichiaratamente rivolto verso l’Europa orientale (la teoria folle e criminale del cosiddetto “Lebensraum”=spazio vitale). Infatti, già prima della firma del patto, Hitler aveva dichiarato che il suo obiettivo principale era la conquista dell’Ucraina, il “granaio d’Europa” (che già Stalin aveva spietatamente sfruttato fra il 1932 e il 1933 con le requisizioni di viveri e la condanna di milioni di Ucraini alla morte per fame:
C’è anche da considerare che, in fondo, il rafforzamento militare della Germania generava un atteggiamento piuttosto ambivalente: da un lato spaventava chi lo aveva subìto, francesi in testa, dall’altra poteva anche costituire un baluardo contro il comunismo sovietico, che le potenze occidentali avevano vanamente cercato di fermare all’indomani della rivoluzione d’ottobre con un intervento militare diretto. Questo può almeno in parte spiegare la cosiddetta politica dell’appeasement. E poi c’erano i legami transnazionali, molto forti, fra i gruppi esoterici europei, dai quali il nazionalsocialismo traeva una buona parte della sua ispirazione ideologica. Per non parlare della simpatia del Duca di Windsor per la Germania nazista. Insomma, un grande guazzabuglio.
Comunque, il trattato consentì alla Germania di iniziare la conquista della Polonia (1-9-1939) e quindi di porre fine all’onta del “corridoio polacco” imposto a Versailles, che aveva tolto allo stato tedesco la continuità territoriale.
I Sovietici iniziarono quasi subito l’invasione della Polonia da est (17-9-1939) e, qualche mese dopo, delle Repubbliche Baltiche (14-6-1940). Da parte sovietica, si è sempre sostenuto che Il Patto Ribbentropp-Molotov fu essenzialmente un trattato di natura difensiva nella sua essenza, che nasceva in un contesto internazionale complicato, caratterizzato dalla sospetta debolezza dell’Occidente di fronte all’aggressiva politica estera nazista. La tesi sovietica si è sempre basata sull’idea che il patto fosse l’unico modo per garantire la sicurezza dell’Urss, visto che le potenze occidentali, per varie ragioni, esitavano a contrastare Hitler e a formare un fronte comune anti-tedesco.
Ad ogni modo, la parte segreta del patto, il cosiddetto “protocollo supplementare” prevedeva sia che la Finlandia, l’Estonia e la Lettonia sarebbero state nell’area d’influenza sovietica, sia la spartizione della Polonia tra la Germania e l’Unione Sovietica.
Le conseguenze di breve termine furono enormemente vantaggiose per entrambe le parti, che ottennero il raggiungimento dei rispettivi obiettivi. Da notare che le Repubbliche Baltiche dovettero aspettare il 1991 per ottenere l’indipendenza. Hitler potè iniziare l’attacco ad ovest (10-5-1940) sentendosi garantito ad est, con le conseguenze gravissime che tutti sanno, tra cui la relativamente agevole occupazione militare della Francia. Stalin realizzò l’espansione territoriale che voleva ed ebbe il tempo, o almeno così pensava, di prepararsi all’inevitabile scontro con la Germania. In quel momento, infatti, l’Armata Rossa era stata notevolmente indebolita dalle famose “purghe staliniane” ai danni degli ufficiali.
Le conseguenze più gravi dovette subirle la Polonia, stritolata da due superpotenze.
Invasione, deportazioni, massacri, distruzioni. Fra le stragi compiute dagli invasori in quel paese martoriato, forse la più terribile (più di 20000 persone trucidate a sangue freddo) fu quella perpetrata dai Sovietici (per essere precisi: da reparti della polizia politica nota come NKVD) a Katyn (dal 3 aprile al 14 maggio 1940), che tra l’altro favorì enormemente la propaganda nazista.
La strage venne riconosciuta dai Russi solo dopo l’avvento di Gorbaciov.
http://www.katyn.org.au/
http://www.radioradicale.it/scheda/276360/il-film-di-andrzej-wajda-katyn-intervista-a-victor-zaslavsky
https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Katy%C5%84#La_rivelazione_della_verit.C3.A0
http://www.treccani.it/enciclopedia/katyn/
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Il documento nel quale Berija suggerisce a Stalin l’esecuzione degli ufficiali polacchi. https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Katy%C5%84
Nella Polonia occupata grazie anche al patto con Stalin, il Terzo Reich potè attuare il sistematico sterminio degli Ebrei. Si calcola che dei circa sei milioni e mezzo di vittime nei lager nazisti, quasi tre milioni perirono nella sola Polonia, dove i tedeschi realizzarono a partire dal 1941 ben sei “campi”, tra cui quello di Auschwitz (liberato dai Sovietici il 27 gennaio del 1945).
Conseguenze di lungo termine del patto Ribbentropp-Molotov: la Polonia e le Repubbliche Baltiche si sono trovate nella “sfera d’influenza sovietica”, quindi in una condizione che eufemisticamente viene definita di “sovranità limitata”, fino al crollo dell’Unione Sovietica.
Comunque, fu proprio l’attacco tedesco alla Polonia che spinse la Francia e il Regno Unito a dichiarare guerra alla Germania (3-9-1939).
Così iniziava la Seconda Guerra Mondiale.
Per approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Patto_Molotov-Ribbentrop#Contenuto_del_patto
http://www.raistoria.rai.it/articoli/il-patto-molotov-ribbentrop/10728/default.aspx
http://lanostrastoria.corriere.it/2013/11/10/lo-strano-patto-molotov-ribbentrop/
Vorrei consigliare anche la lettura del bel libro di Carmelo Bonanno “L’età contemporanea nella critica storica” (il capitolo intitolato: Le responsabilità della Seconda Guerra Mondiale).
Vorrei far notare, se non altro per dovere di completezza e di obiettività, che da tempo è in corso un tentativo di rivedere, per così dire, tutta la questione, allo scopo di mettere in rilievo le “responsabilità” occidentali e le necessità “oggettive” del regime staliniano nella genesi storica del Patto Ribbentropp-Molotov. Si vedano, a questo proposito, i siti che riprendono in pieno la vecchia tesi sovietica:
http://noicomunisti.blogspot.it/2012/09/sul-patto-molotov-ribbentrop.html
https://aurorasito.wordpress.com/2015/09/01/la-storia-mai-raccontata-del-patto-molotov-ribbentrop/