Arco di Costantino

Datazione
Generalmente, il monumento viene datato al 315, cioè al periodo immediatamente successivo alla Battaglia di Ponte Milvio e all’Editto di Milano. Alcuni recenti studi effettuati nelle fondazioni hanno portato, però, alla formulazione di un’ipotesi non ancora del tutto convincente e sicuramente molto suggestiva. Si è pensato che il manufatto sia in realtà di epoca adrianea e che sia stato rimaneggiato in epoca costantiniana.
Struttura
Costruito in parte in opus quadratum e in parte in muratura, l’Arco di Costantino è costituito fondamentalmente da tre fornici (il più grande dei quali sta ovviamente al centro) e un attico, sul quale si trova la principale iscrizione dedicatoria.
Il modello-base è chiaramente l’Arco di Settimio Severo, che presenta la medesima struttura.
Iscrizione dedicatoria
« IMP(eratori) · CAES(ari) · FL(avio) · CONSTANTINO · MAXIMO · P(io) · F(elici) · AVGUSTO · S(enatus) · P(opulus) · Q(ue) · R(omanus) · QVOD · INSTINCTV · DIVINITATIS · MENTIS · MAGNITVDINE · CVM · EXERCITV · SVO · TAM · DE · TYRANNO · QVAM · DE · OMNI · EIVS · FACTIONE · VNO · TEMPORE · IVSTIS · REM-PUBLICAM · VLTVS · EST · ARMIS · ARCVM · TRIVMPHIS · INSIGNEM · DICAVIT · »
« All’imperatore Cesare Flavio Costantino Massimo, Pio, Felice Augusto, il Senato e il popolo romano, poiché per ispirazione divina e per la grandezza del suo spirito, con il suo esercito rivendicò per mezzo di giusta guerra lo Stato tanto dal tiranno e, ad un tempo, da ogni fazione, dedicarono questo arco insigne per trionfi. »
https://it.wikipedia.org/wiki/Arco_di_Costantino#Discussioni_sulla_datazione
La parte più interessante del testo è l’espressione “ISTINCTU DIVINITATIS”, che anche da sola dimostra il carattere sostanzialmente sincretistico del monumento dal punto di vista religioso. Non viene indicata nessuna divinità precisa, quindi si vuole mettere in rilievo il carattere “pluralistico” e multietnico dell’Impero, in perfetta sintonia con l’Editto di Milano del 313. Costantino in questo preciso momento storico non è ancora cristiano (si convertirà solo poco prima di morire), ma nello stesso tempo intende favorire la nuova religione monoteista senza peraltro inimicarsi la cultura pagana tradizionale. Infatti mantiene il titolo di Pontifex Maximus, cioè di capo della religione nazionale romana.
Arte
A prescindere dalla datazione precisa, attualmente in discussione, l’Arco di Costantino contiene veramente la summa della scultura romana dei secoli II e IV.
Infatti sono presenti in esso materiali “di recupero” dell’epoca di Traiano, di Adriano e di Marco Aurelio.
Il fregio costantiniano
Per quanto riguarda il fregio costantiniano, che si sviluppa su quattro lati ed è diviso in sei scene, possiamo proprio dire che esso rappresenta l’avvenuto passaggio dall’arte classica a quella tardo-antica e quindi l’anticipazione dell’arte medioevale.
Particolarmente interessanti e significative sono la frontalità delle figure e l’assenza di spazialità e di prospettiva, caratteristiche che saranno tipiche dell’arte bizantina. Non si tratta di una novità vera e propria, visto che questi stilemi erano presenti da molto tempo in quella che viene definita “arte plebea”, diffusa soprattutto nelle province dell’Impero.
Per approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Arco_di_Costantino#Discussioni_sulla_datazione
http://www.archeoroma.com/Valle_del_Colosseo/arco_di_costantino.htm
https://www.romasegreta.it/celio/arco-di-costantino.html
http://www.treccani.it/enciclopedia/l-arco-di-costantino-un-monumento-dell-arte-romana-di-rappresentanza_(Enciclopedia-Costantiniana)/
http://www.060608.it/it/cultura-e-svago/beni-culturali/beni-archeologici/arco-di-costantino.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Arte_plebea
http://www.treccani.it/enciclopedia/arte-romana_(Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica)/

(Foto di Pietro Massolo)

ACQUARIO ROMANO-PIAZZA MANFREDO FANTI

All’ittiologo comasco Pietro Garganico, giunto nella nuova Capitale negli anni ’80 dell’Ottocento, si deve l’idea di costruire a Roma un acquario scientifico con annesso uno stabilimento di piscicultura.
La sua idea coincideva con gli indirizzi di Quintino Sella, il quale voleva caratterizzare Roma anche come centro della scienza. La delibera apposita del Consiglio Comunale del 1882 concesse a Garganico un’ampia area dell’Esquilino, a poca distanza dalla Stazione Termini.

Tra il 1986 e il 1990 un intervento di restauro, condotto su progetto di V. De Feo e S. Stucchi dalla Edilizia Monumentale e dalla Sovrintendenza Comunale, ha consentito il recupero complessivo dell’architettura e delle decorazioni. Dalla sua riapertura al pubblico, nel 1993, l’Acquario Romano ha ospitato numerose manifestazioni espositive e di spettacolo.

Nel 2003 l’edificio è diventato “Casa dell’Architettura” e come tale è stato utilizzato per esposizioni e manifestazioni sui temi dell’architettura contemporanea, sotto la gestione dell’Ordine degli Architetti di Roma.

L’edificio è composto da due elementi: un corpo cilindrico a base ellittica e un avancorpo con arco a nicchione a cui si accede mediante due rampe di scale. Molto bella la decorazone della facciata. Leggiamo la descrizione contenuta nel sito ufficiale: “Ai lati del nicchione ci sono due edicole ornate con sculture in stucco trattato a finto bronzo raffiguranti  La Pesca a destra e La Navigazione a sinistra; le edicole sono sormontate da due tondi a rilievo, inquadrati da due cariatidi. La cornice di coronamento ha un fregio con due delfini e tridente. A coronamento dell’attico un gruppo in malta raffigurante il carro di Venere trainato da un tritone e una naiade.” ( https://acquarioromano.it/storia.html ). L’Acquario è molto bello anche all’interno. La sala centrale, molto vasta, è scandita da un doppio ordine di colonne corinzie in ghisa (rivoluzione industriale!) è riccamente decorata. Le colonne sostengono la galleria superiore e il soffitto, che fu rifatto nel 1930. Una fila di semicolonne corinzie e paraste si sviluppa lungo i muri perimetrali, nei quali erano ricavati gli spazi per le vasche, oggi murati. Molto ineressanti sono le “specchiature” che sormontano le ex-vasche, dipinte da Silvestro Silvestri (1859-dopo il 1920), che raffigurano scene acquatiche con bimbi asessuati, eroti, fauni, ninfe e baccanti. Tutta la decorazione si basa sul tema dell’acqua, compreso il mosaico pavimentale.

Sitografia:

https://acquarioromano.it/

https://www.romasegreta.it/esquilino/piazza-manfredo-fanti.html

https://massolopedia.it/piazza-manfredo-fanti/

Bibliografia:

Nicoletta Cardano, Guida all’Acquario Romano, ed. Quasar di Severino Tognon (disponibile a richiesta sul posto)

(Foto di Pietro Massolo)