Si tratta del rudere di un monumento sepolcrale romano del II secolo, popolarmente noto come “sedia del diavolo” per via della forma assunta nel corso del tempo, che fa pensare ad una specie di enorme sedile.Si trova nel cuore del cosiddetto “quartiere africano”, nel bel mezzo del giardino pubblico di una piazza moderna.L’attribuzione diabolica deriva probabilmente dal fatto che nel Medioevo il posto, in piena campagna, era mal frequentato e al suo interno venivano accesi fuochi notturni che conferivano al rudere un aspetto sinistro. Il nome attuale della piazza (prima nota proprio col nome di “sedia del diavolo”) è dovuto al personaggio a cui il sepolcro è presumibilmente dedicato.
Architetto: Apollodoro di Damasco (secondo Dione Cassio)-
Si tratta del primo esempio di “grandi terme” imperiali, basate su un corpo centrale circondato da un recinto esterno, con orientamento sud-ovest per sfruttare al massimo l’irradiazione solare.Lungo l’asse principale del corpo centrale si trovano natatio, frigidarium, tepidarium e calidarium. Ai due lati dell’asse centrale sono disposti in modo simmetrico gli altri ambienti.Su questo modello si basarono in seguito le Terme di Caracalla e di Diocleziano.Il complesso termale cadde in disuso probabilmente già nel V secolo, quindi molto prima del taglio degli acquedotti attuato dal re ostrogoto Vitige nel 537.L’attuale strutturazione del parco archeologico aperto al pubblico risale agli anni ’30 e si deve ad Antonio Munoz, Direttore dell’Ufficio Antichità del Governatorato di Roma, e al grande progettista di giardini Raffaele de Vico-
Per la costruzione del grande complesso termale si decise di utilizzare come sostruzioni le strutture della Domus Aurea di Nerone, che fu interrata e quindi se da un lato scomparve dalla vista, dall’altro fu preservata.Si deve notare, però, che l’orientamento delle Terme non coincide con quello della Domus Aurea. Fra le parti ancora conservate delle terme, ricordiamo soprattutto l’esedra nord-orientale con semicupola a cassettoni, interpretata come ninfeo, e l’esedra occidentale, che si trova al di là di Via del Monte Oppio, interpretata come bibliotecaper via di una serie di nicchie che probabilmente contenevano armadi per i libri.Di particolare interesse sono anche le strutture, ancora visibili, costruite per sostenere il grande emiciclo meridionale, che coprono la facciata e l’ingresso della Domus Aurea.Pertinente al complesso termale traianeo, e non alla Domus Aurea, è anche la cosiddetta “Cisterna delle Sette Sale”, utilizzata per la distribuzione dell’acqua( https://massolopedia.it/cisterna-delle-sette-sale/ ).
Nell’area archeologica di Colle Oppio sono state rinvenute varie e importanti opere d’arte, ma in base a recenti ricerche sembra da escludere che il celeberrimo Gruppo del Laocoonte, conservato nei Musei Vaticani, venga proprio da qui.
“Nel 1960 apre inoltre la Rinascente di Roma Piazza Fiume, progettata da Franco Albini e Franca Helg: si estende su 7 piani collegati tra loro da ascensori, scale mobili e dalla famosa scala elicoidale di Albini. 50 reparti di vendita presentano tutti i temi di assortimento già caratteristici della sede di Milano. La Rinascente diviene così il più completo centro per lo shopping a Roma.”https://it.m.wikipedia.org/wiki/Rinascente
Da qui comincia la STRADA FELICE di Sisto V (1585-1590), ideata per collegare il Pincio a S. Croce in Gerusalemme passando per S. Maria Maggiore. Questo “rettifilo” o “asse viario”, creato da Sisto V (al secolo Felice Peretti) per migliorare la viabilità e soprattutto per favorire il percorso dei pellegrini, ha ancora oggi una grandissima importanza, anche se l’unico pezzo del percorso che ricorda ancora il suo creatore nel nome è Via Sistina.Basti pensare al fatto che il Palazzo del Viminale, sede del Ministero degli Interni e fino al 1961 anche della Presidenza del Consiglio dei Ministri, fu costruito tra il 1911 e il 1925 in Via Agostino Depretis, che costituisce l’ultimo tratto della Strada Felice prima di arrivare a S. Maria Maggiore (partendo daTrinità dei Monti).
La Chiesa della Trinità dei Monti fu iniziata nel 1502 e venne consacrata dopo molti decenni proprio da Sisto V. La scalinata a doppia rampa della chiesa venne progettata da Domenico Fontana, il grande architetto a cui si deve anche la realizzazione del grande piano viario sistino.
L’obelisco, detto “sallustiano” perchè proveniva dagli “horti” di Sallustio, fu eretto duecento anni dopo (1788) da Pio VI Braschi (1775-1799).
Prima di imboccare Via Sistina, troviamo la facciata, modificata nel Settecento da Filippo Juvarra per conto di Maria Casimira Sobieski, del “Palazzetto Zuccari”, fatto costruire alla fine del ‘500 dal famoso pittore manierista Federico Zuccari.
La facciata su Via Gregoriana è molto interessante. Le bizzarre decorazioni hanno alimentato la fantasie e le suggestioni. Infatti l’edificio è anche noto con il nome di “palazzo dei mostri”.
Proseguendo lungo Via Sistina, incontriamo la Chiesa dedicata ai SS. ildefonso e Tommaso da Villanova:
Ed eccoci arrivati a Piazza Barberini, con il famoso Tritone berniniano:
Continuando a percorrere la STRADA FELICE di Sisto V, in Via Quattro Fontane troviamo prima la Chiesa (sconsacrata) dedicata a S. Andrea degli Scozzesi…
…e subito dopo, sulla sinistra, vediamo il famoso Palazzo Barberini, capolavoro architettonico del Seicento, che ospita la Galleria Nazionale d’Arte Antica:
Ed eccoci arrivati al trafficato incrocio delle Quattro Fontane, dove possiamo ammirare S. Carlino, capolavoro borrominiano, e le statue di Diana, di Giunone, del Tevere e dell’Arno…
In Via Agostino Depretis, ultimo tratto della Strada Felice prima di S. Maria Maggiore, troviamo il Palazzo del Viminale, sede del Ministero degli Interni, e una bella fontana….
E sempre in Via Agostino Depretis troviamo il Palazzo dell’Istituto Nazionale di Statistica, in cui campeggia la scritta: “NUMERUS REIPUBLICAE FUNDAMENTUM”:
A Piazza dell’Esquilino, che conclude il primo tratto della Strada Felice, si trova l’Obelisco omonimo, eretto da Sisto V nel 1587. Sullo sfondo possiamo ammirare l’esterno dell’abside di S. Maria Maggiore, opera seicentesca di Carlo Rainaldi.
Ed eccoci arrivati al secondo lunghissimo tratto della Strada Felice, che inizia dove finisce il primo, e cioè da S. Maria Maggiore.
Testo di Pietro Massolo, foto di Augusto Mancini e di Pietro Massolo (in assenza di altre indicazioni, tutte le foto e tutti i testi pubblicati nel sito sono di Pietro Massolo)
Iniziato da Caligola nel 38, venne completato da Claudio nel 52 (o forse prima). Captava le acque dall’alta valle dell’Aniene. Dopo un percorso di quasi 70 chilometri, entrava in Roma nella zona detta in antico ad Spem Veterem, nota oggi come Porta Maggiore, superando le vie Prenestina e Labicana sulle arcate monumentali costruite appositamente da Claudio e successivamente inglobate nelle Mura Aureliane.
Un movimento d’opinione guidato dall’architetto e urbanista Ludovico Quaroni propose addirittura la “ruderizzazione” del Vittoriano: “il completo abbandono a sé stesso a cui sarebbe seguita una fase di smantellamento parziale, con l’asportazione delle opere artistiche più importanti (che sarebbero state conservate in qualche museo) e la conversione del monumento a semplice passeggiata sopraelevata: ciò avrebbe richiesto anche l’abbattimento delle sezioni più imponenti e simboliche, come parte del sommoportico e dei propilei[139].” https://it.wikipedia.org/wiki/Vittoriano
La riscoperta e la valorizzazione cominciano nel XXI secolo grazie al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Dopo trent’anni di chiusura, nel 2000 il monumento viene riaperto al pubblico.
Dal punto di vista simbolico-celebrativo, gli elementi essenziali di quest’enorme e complesso monumento sono tre: la statua equestre di Vittorio Emanuele II, la statua della Dea Roma e la tomba del Milite Ignoto (posta nel 1921).
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