ANTONIO GRAMSCI COME CASSANDRA

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https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Gramsci

Scriveva Antonio Gramsci negli anni ’30 del Novecento a proposito di scuola e di formazione scolastica:
“Ecco perché molti del popolo pensano che nella difficoltà dello studio ci sia un trucco a loro danno; vedono il signore compiere con scioltezza e con apparente facilità il lavoro che ai loro figli costa lacrime e sangue, e pensano ci sia un trucco. In una nuova situazione politica, queste questioni diventeranno asprissime e occorrerà resistere alla tendenza di rendere facile ciò che non può esserlo senza essere snaturato. Se si vorrà creare un nuovo corpo di intellettuali, fino alle più alte cime, da uno strato sociale che tradizionalmente non ha sviluppato le attitudini psico-fisiche adeguate, si dovranno superare difficoltà inaudite.”
(tratto dai Quaderni dal Carcere)
http://m.huffingtonpost.it/antonio-calabro/gramsci-latino-greco-_b_11585890.html

Vorrei soprattutto far notare questo passo:
“… occorrerà resistere alla tendenza di rendere facile ciò che non può esserlo senza essere snaturato.”
Grande, grandissimo Gramsci, è stato una vera Cassandra, in questo caso.
Questo è precisamente il gravissimo errore politico, sociale e pedagogico che è stato fatto in Italia negli ultimi cinquant’anni.
Per attuare la democrazia scolastico-educativa, è stato creato un sistema scolastico mostruoso nel quale tutto è stato facilitato e quindi snaturato!
A partire dal ’68, grazie anche ad un’interpretazione sbagliata del pensiero di Don Milani, la cultura “progressista” ha confuso la democrazia con l’inflazione dei titoli di studio.
Nella tanto bistrattata scuola pre-sessantottina, l’istruzione era una cosa seria e proprio per questo i più capaci e volenterosi, anche se socialmente svantaggiati, avevano potuto superare le barriere iniziali e raggiungere in molti casi posizioni sociali di rilievo, per esempio nelle libere professioni, tradizionale appannaggio dell’alta borghesia.
La scuola odierna, invece, ha rafforzato le barriere sociali perché ha prodotto una massa enorme di pseudo-titolati, togliendo quindi valore al titolo di studio.