LA BASILICA DI S. PIETRO: UN GRAVE ERRORE ARCHITETTONICO

La Cupola di S. Pietro è uno dei più straordinari monumenti non certo soltanto di Roma, ma di tutto il mondo. Con i Musei Vaticani e il Colosseo costituisce una meta fondamentale di decine di milioni di turisti che arrivano a Roma ogni anno. Ma la visione di quest’opera grandiosa e mirabile, progettata dal genio di Michelangelo Buonarroti, è stata, forse irrimediabilmente, danneggiata da un errore architettonico veramente notevole.

Procediamo con ordine. Se io guardo la basilica di S. Pietro più o meno dall’inizio della lunghissima Via della Conciliazione, l’effetto scenografico è ottimo, nel senso che la facciata e la Cupola formano un insieme armonioso e monumentale.

Foto di Pietro Massolo

Ma la situazione cambia radicalmente se ci avviciniamo alla Basilica perchè pian piano la Cupola scompare. Ciò è dovuto a due fattori:

1) la Basilica, concepita in origine a croce greca in modo tale da mettere in risalto proprio la Cupola, molto prima della sua realizzazione, subisce una trasformazione che consiste essenzialmente nell’allungamento di uno dei bracci, che diventa quasi una normale navata centrale di una chiesa longitudinale, secondo i dettami della Controriforma; in tal modo la facciata si allontana dalla Cupola, la quale quindi risulta assai meno visibile;

2) a questo si aggiunge l’enorme facciata di Carlo Maderno (un architetto di grandissimo valore, intendiamoci), che sicuramente non è molto bella, se paragonata ad altre facciate stupende di chiese romane, ma soprattutto è stata da molti ritenuta troppo alta.

L’altezza della facciata, il prolungamento del braccio principale della croce greca e le statue poste sull’attico producono la conseguenza di occultare la Cupola di Michelangelo già da Piazza S. Pietro. Una cosa assurda, totalmente assurda, non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello devozionale. Infatti la Cupola s’innalza esattamente sulla Tomba dell’Apostolo e dovrebbe mostrare il legame tra il Cielo e il Sepolcro di Pietro, primo Vescovo di Roma. Nella foto sotto la cosa risulta evidente:

Immagine tratta da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_San_Pietro_in_Vaticano#La_facciata

Non sono di certo il solo a pensarla così. La facciata “fu subito criticata per lo stile sovraccarico e per il fatto che l’attico impediva la vista di una parte della cupola maggiore. Secondo lo specialista James Lees-Milne, «anche il critico più imparziale è concorde sul fatto che [la facciata] è stata un errore e alcuni arrivano a ritenerla un disastro». https://www.storicang.it/a/basilica-di-san-pietro_14652/4

“When we consider the actual façade we find it difficult not to be censorious of both Maderno, who was responsible for its design, and the Fabbrica which chose it. Even the most impartial critics are agreed that it is a mistake. Some are of the opinion that it is a disaster….. A dispassionate view reveals at once that the façade is too congested, too over-weighted and too broad.”

SAINT PETER’S
by James Lees-Milne, ©1967

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjOzef079DpAhUxxosKHep0BFAQFjAAegQIBBAB&url=http%3A%2F%2Fstpetersbasilica.info%2FDocs%2FJLM%2FSaintPeters-1.htm&usg=AOvVaw2JaQtF9t3kpvVAc4pdctah

Un confronto impietoso con la facciata di S. Agnese in Agone permette di capire ancora meglio questo discorso:

Foto di Pietro Massolo da:
https://massolopedia.it/santagnese-in-agone/

Nella foto sopra si vede bene che Borromini ha realizzato la facciata concava proprio per mettere in risalto la cupola. Si potrebbe quasi interpretare come un messaggio rivolto dal grande Maestro del barocco, inteso a far capire l’errore gravissimo fatto a S. Pietro, un vulnus inferto al grande Michelangelo.

Ma a parte la facciata, per la quale il Maderno era ormai molto vincolato dalle strutture già realizzate, risulta evidente che l’errore più grave è stato quello di prolungare la navata principale, anzi direi proprio di crearla come tale, che ha snaturato totalmente il progetto originario e tolto al “cuppolone” la sua centralità. Di questo la responsabilità principale deve essere attribuita non al Maderno, bensì al papa Paolo V Borghese (1605-1621), che antepose l’esigenza controriformistica della chiesa a croce latina (per il culto e soprattutto per la propaganda) alla necessità di mettere nel dovuto risalto la meravigliosa Cupola di Michelangelo.

SAN GIACOMO IN AUGUSTA

In Via del Corso n. 499, quindi nel Rione Campo Marzio, accanto all’omonimo Ospedale, si trova la bella chiesa di San Giacomo in Augusta.
Nata nel ‘300 come cappella dell’Ospedale detto anche degli Incurabili, venne totalmente ricostruita alla fine del ‘500 nell’ambito di una radicale ristrutturazione dell’intero complesso.
Il nome “in Augusta” deriva dal vicino Mausoleo di Augusto.
I lavori furono affidati prima all’architetto Francesco Capriani da Volterra, poi a Carlo Maderno e furono completati nel 1602. Da notare che l’ordine inferiore della facciata venne realizzato dal primo architetto, l’ordine superiore dal secondo.
La chiesa, purtroppo, ha subìto la distruzione di gran parte dell’arredo nel corso delle vicende della Repubblica Romana (1849).
La pianta è ellittica con tre cappelle per lato. Si tratta, ritengo,  della prima chiesa con questo tipo di pianta costruita a Roma. Da notare che anche San Bernardino in Panisperna, iniziata all’incirca nello stesso periodo e consacrata ufficialmente nel 1625, è ellittica.

Il modello ellittico ha avuto grande fortuna nel periodo barocco, sicuramente anche grazie alle scoperte astronomiche di Keplero. Basti pensare a San Carlino (Borromini) e a Sant’Andrea al Quirinale (Bernini).
L’affresco della volta, “Gloria dell’Apostolo”, risale all’Ottocento ed è opera di Silverio Capparoni.
Nelle cappelle laterali troviamo opere di importanti artisti, tra cui il “Passignano” e il “Pomarancio”.
Una particolarità di questa chiesa consiste nel fatto che è dotata di due campanili gemelli.

Per approfondire:

http://romanchurches.wikia.com/wiki/San_Giacomo_in_Augusta
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giacomo_in_Augusta

(Foto di Pietro Massolo)