IL LOGOS GIOVANNEO

 


 
Il famoso “Prologo” giovanneo o “Inno al Logos” nei reperti risalenti all’anno 200 del Papiro 66 detto anche Papiro Bodmer II attualmente conservato a Ginevra (da Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Logos#/media/File:Johannesevangelium_(Papyrus_66).jpg )

1 Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος,
καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν,
καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.
2 οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν.
3 πάντα δι’ αὐτοῦ ἐγένετο,
καὶ χωρὶς αὐτοῦ ἐγένετο οὐδὲ ἕν. ὃ γέγονεν
4 ἐν αὐτῷ ζωὴ ἦν, καὶ ἡ ζωὴ ἦν τὸ φῶς τῶν ἀνθρώπων·
5 καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει,
καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν.

https://it.wikipedia.org/wiki/Logos

1 In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2 Egli era in principio presso Dio:
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
4 In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5 la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l’hanno accolta.

http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Gv%201,1-18&versioni%5B%5D=C.E.I.

Questo è il famoso Prologo del Vangelo di Giovanni, detto anche, molto significativamente, il “Quarto Vangelo” per distinguerlo dai tre “sinottici” di Matteo, Marco e Luca.
Il problema è: che cosa significa “Logos”?
Non è una domanda facile.
Nella versione italiana è stato di solito tradotto con “Verbo”, dal latino “verbum”, che significa “parola”.
Ma questa traduzione mi lascia molto perlesso. Si traduce una parola greca, pregna di significati, con una parola che sembra italiana, ma veramente italiana in senso stretto non è, visto che si tratta di un evidente calco di una parola latina che ha un significato diverso da quello più usuale di “verbo” (verbo essere, verbo avere eccetera)……

Ma adesso si tende a tradurlo con “Parola”, che è molto meglio.
Lasciamo stare. Andiamo avanti.
Dicevo: cosa significa “Logos” nel Prologo di Giovanni?
Il dibattito è ancora aperto. Le interpretazioni sono diverse.
Io vorrei partire dalla cultura greca antica.
In senso strettamente filosofico, nei limiti in cui la “filosofia” possa essere considerata come una scienza autonoma e quindi dotata di un suo proprio linguaggio, la parola è stata usata dai filosofi greci in tre sensi fondamentali: mente/intelligenza, discorso/ragionamento/, concetto. (Gobry, Vocabolario greco della filosofia, p. 131).
Logos, quindi, può essere inteso come “razionalità”. Ovviamente rinuncio a definire che cosa sia la “razionalità” in senso generale perché la cosa richiederebbe anni di lavoro e non arriverei comunque al risultato.
Però è possibile e opportuno stabilire come la cultura greca abbia storicamente concepito la “razionalità” legata all’uso del termine “logos”.
Il punto fondamentale è che i greci stessi contrapponevano il “logos” al “mythos” e distinguevano nettamente i “logografi” dai “mitografi”. La differenza (non sempre chiara): i mitografi si occupano di miti, i logografi di storia o comunque di vicende terrene. Si può anche dire che il mitografo è il poeta che racconta gli antichi miti. In questo senso, Esiodo è un mitografo.
In senso più tecnico-letterario: la mitografia sta alla logografia come la poesia sta alla prosa.

Si potrebbe anche dire, semplificando al massimo, che la mitografia sta alla logografia come la tradizione religiosa sta alla filosofia. Quindi risulta evidente che il logos e la filosofia sono due concetti strettamente vicini, quasi identici.
Saltiamo qualche passaggio e facciamo un viaggio ad Alessandria, la città degli intellettuali dell’età ellenistica.

Un dottissimo ebreo con nome greco, Filone Alessandrino, (20 a. C.- 45 d.C.), elabora una dottrina destinata ad avere grande importanza nel Cristianesimo. Filone interpreta il “Logos” dei greci nel senso biblico della Parola di Dio. Il Logos è il mediatore tra Dio e il Mondo, lo strumento della Creazione. La svolta è cruciale:
“Nel Vecchio Testamento la «parola di Dio» è metafora frequente per esprimere l’efficacia immediata della volontà di Dio, ma non vi si trova una personificazione della «parola», che tende invece a chiarirsi nei libri sapienziali del periodo ellenistico, dove il concetto di l. si accosta a quello predominante della «Sapienza»: essa è «artefice di tutte le cose» (Sapienza 7, 21), «esalazione della divina virtù […] specchio tersissimo dell’attività di Dio e immagine della sua bontà» (Sapienza 7, 25-26: e cfr. ivi 18, 14, dove incontriamo la più accentuata personificazione del l.).”http://www.treccani.it/enciclopedia/logos_(Dizionario-di-filosofia)/

Da notare che tutto dipende dall’incontro fra la tradizione ebraica e la filosofia greca, il cui primo grande risultato è la cosiddetta “Settanta” (https://massolopedia.it/?page_id=176 ).

Mi riferisco in particolare a un passo dei Salmi:

  « Dalla parola (logos) del Signore furono fatti i cieli,

dal soffio (pneuma) della sua bocca ogni loro schiera (dynamis).” »   (Salmi 33:6)

( https://it.wikipedia.org/wiki/Verbo_(cristianesimo) )

τω λόγω του Κυρίου οι ουρανοί εστερεώθησαν
και τω πνεύματι του στόματος
αυτού πάσα η δύναμις αυτών·

Dal Logos del Salmo 33 a Filone e da questi a Giovanni il percorso è abbastanza lineare.
In Giovanni la personificazione è completa: il “Logos” è chiaramente Gesù Cristo.

Cosa significa, in sostanza, tutto questo discorso?

Quale conclusione possiamo trarre?

Una cosa a me pare chiara: il “paradigma” cristiano si forma dall’incontro fra la cultura ebraica e quella greca.

Un’altra cosa chiara è che il Cristianesimo “incorpora”, per così dire, la filosofia greca sin dalle origini.
E dal Prologo di Giovanni comincia un’altra storia….

Per approfondire:

http://www.treccani.it/enciclopedia/logos_(Dizionario-di-filosofia)/
https://it.wikipedia.org/wiki/Logos
https://it.wikipedia.org/wiki/Mitografia
http://www.treccani.it/enciclopedia/mitografia/
http://www.treccani.it/enciclopedia/logografi_(Enciclopedia-Italiana)/
https://it.wikipedia.org/wiki/Logografia_(storia)

https://it.wikipedia.org/wiki/Verbo_(cristianesimo)

Libri secondo me fondamentali:

Ivan Gobry, Vocabolario greco di filosofia;
Nicola Abbagnano, Dizionario di filosofia.