CIMITERO COMUNALE MONUMENTALE CAMPO VERANO

Si tratta di un vero e proprio monumento storico ed urbanistico di eccezionale importanza e persino di notevole grazia e bellezza, almeno in alcune sue parti.
Occupa un’area molto vasta (83 ettari!), compresa grosso modo fra Piazzale del Verano, Via Tiburtina e la Tangenziale Est.
Da notare che in questo stesso posto anche nell’antichità si trovava un cimitero noto come Catacombe di Santa Ciriaca, nel quale fu sepolto San Lorenzo.
La storia del complesso inizia al tempo di Napoleone Bonaparte. Il decreto di Saint-Cloud del 1804, esteso nel 1806 al Regno d’Italia (allora parte dell’Impero Francese), imponeva che le tombe fossero poste al di fuori delle mura cittadine e che fossero (nei limiti del possibile) tutte uguali. Ricordiamo che proprio questo decreto, coincidente con un’antica norma sacrale del diritto romano, ma dettato dai principi moderni dell’Illuminismo, fu la fonte d’ispirazione del carme ‘I sepolcri’ di Ugo Foscolo. Guardando oggi le innumerevoli tombe, si nota subito che il principio dell’uguaglianza non risulta affatto rispettato….ma questo è un altro discorso.
Il primo progetto risale dunque all’inizio dell’Ottocento e si deve (ovviamente…) a Giuseppe Valadier. Si trattava di creare uno spazio cimiteriale in ottemperanza al provvedimento napoleonico, che venne mantenuto dal governo pontificio dopo la fine di Napoleone e l’inizio della Restaurazione.
I lavori proseguirono finché al tempo di Pio IX l’architetto Virginio Vespignani non diede al complesso la sua forma definitiva, secondo un principio stilistico fondamentalmente neoclassico e monumentale.
La monumentalità si nota sin dall’enorme ingresso, formato da un corpo centrale con tre fornici affiancato da due corpi laterali più alti che riprendono la tipica forma dell’ara funeraria. Quattro grandi statue allegoriche conferiscono all’insieme un carattere francamente un po’ retorico, molto simile al Vittoriano.
Dopo un largo viale iniziale, a sinistra del quale si apre una via secondaria che conduce al monumento funebre di Goffredo Mameli (l’autore dell’Inno Nazionale morto in difesa della Repubblica Romana nel 1849) si arriva al grande quadriportico del Vespignani terminato nel 1880, occupato in lungo ed in largo da una grande quantità di pregevoli monumenti funebri.
In fondo al quadriportico, in posizione centrale, troviamo un luogo di culto denominato Cappella della Misericordia.

 

 Le ragioni di una visita
Il cosiddetto Cimitero del Verano è  un vero museo all’aperto di grandissimo valore storico-artistico e storico-urbanistico.

Sotto il profilo urbanistico costituisce il primo esempio di cimitero ufficiale ‘moderno’ dell’Urbe, nella cui progettazione e realizzazione sono confluite le istanze razionalistiche dell’illuminismo, l’estetica neoclassica, la ripresa di motivi paleocristiani, l’enfasi monumentale postunitaria ed il ‘razionalismo’ del periodo fascista.
Dal punto di vista più propriamente storico-artistico bisogna dire che troviamo in esso moltissime tombe di grande valore estetico. Esse devono essere considerate come testimonianze dell’evoluzione dell’arte a partire dall’Ottocento.
Molte sono le tendenze rappresentate, ed in particolare: neoclassicismo, romanticismo, verismo, eclettismo, neomedioevalismo, modernismo, e razionalismo. Validissimi sono gli esempi delle cosiddette ‘arti applicate’, che nel clima del modernismo trovarono un fertile terreno di sviluppo.
Possiamo notare che, in effetti, proprio il Cimitero del Verano costituisce una riprova della grande eterogeneità degli stili che si sviluppano e convivono soprattutto nella seconda metà dell’Ottocento ed agli inizi del Novecento.
Sin dal primo impatto visivo, varcato l’ingresso monumentale del Vespignani, forse un po’ pesante e retorico con le sue grandi statue allegoriche, ci si trova di fronte ad una massa di monumenti funebri di stili vari, con una prevalenza netta del neoclassico e del paleocristiano, oltre al quasi onnipresente neogotico. Troviamo innumerevoli are funerarie, battisteri ottagonali, templi rotondi neorinascimentali ed anche parallelepipedi nel puro stile greco-romano con colonne in antis, monumenti neogotici con archetti ogivali e soluzioni neoromaniche con archi a tutto sesto, sarcofagi…insomma un repertorio da manuale di Storia dell’Arte.