REFETTORIO DEL CONVENTO
FRANCESCO SALVIATI (1510-1563): NOZZE DI CANA (1550)
L’episodio delle Nozze di Cana in Galilea, con il primo miracolo di Gesù (la trasmutazione dell’acqua in vino) è riportato nel Vangelo di Giovanni (2, 1-11). Si tratta di un tema che si afferma nel Rinascimento soprattutto per decorare i refettori dei conventi. Si presta ad interpretazioni iconografiche molto varie e quindi permette una libera espressione del genio creativo del pittore. Nello stesso tempo, non si tratta certo di un episodio facile da rappresentare, anche per la presenza di numerosi personaggi, visto che tra l’altro Gesù si presenta al banchetto con Maria ed i discepoli.
Leggiamo il testo evangelico:
| “Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c’era la madre di Gesù. E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. Gesù le disse: “Che c’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta”. Sua madre disse ai servitori: “Fate tutto quel che vi dirà”. C’erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure. Gesù disse loro: “Riempite d’acqua i recipienti”. Ed essi li riempirono fino all’orlo. Poi disse loro: “Adesso attingete e portatene al maestro di tavola”. Ed essi gliene portarono. Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l’acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: “Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora”. Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui. » |
| (Vangelo secondo Giovanni 2:1-11) |
La rappresentazione del Salviati è solenne
e caotica nello stesso tempo.
Al centro della composizione la tavola imbandita con Cristo e Maria in posizione dominante. Sullo sfondo un paesaggio sfumato secondo le regole della ‘prospettiva aerea’ leonardesca, inquadrato da una struttura architettonica classicheggiante anche se priva di simmetria. Le pose dei personaggi sono studiate, accademiche, complesse, variegate, come nella Scuola d’Atene di Raffaello. La scena generale è in realtà formata da una serie di scene singole indipendenti. In primo piano, sulla destra, i recipienti, uno dei quali viene riempito da un servitore secondo l’ordine dato da Gesù. Il personaggio femminile sulla sinistra si atteggia in una posa che richiama nettamente un commensale disteso in un triclinio romano antico, anche se in realtà sta seduto e quindi la posizione è tutt’altro che naturale. Da notare che solo pochi personaggi hanno lo sguardo rivolto verso Gesù e Maria. Tra questi, i due seduti a tavola tengono la mano sul petto, quello a sinistra in segno di superficiale devozione, quello a destra in atteggiamento interrogativo e un poco sospettoso.
Sulla sinistra in alto si vedono tanti recipienti dalle forme molto varie ed elaborate. Una nota estetizzante di grande effetto.
Il Salviati sceglie di concentrare l’attenzione dell’osservatore sul dialogo fra Cristo e Maria, denso di significato e di evidente intimità, contrapposto al caos del banchetto.
Il braccio della Madonna è posto sopra quello del Figlio, quasi una ricerca di confidenza, ma l’atteggiamento di Gesù è più severo, sebbene non duro. Maria fa chiaramente da tramite fra il mondo terreno, con le sue esigenze materiali, ed il mondo divino. Il suo ruolo è teologicamente chiaro. Cristo accetta di dare il suo contributo alla riuscita del matrimonio, ma con un atteggiamento di lieve sufficienza, diciamo così.
Nell’insieme si avverte tutta la ‘maniera’ del Salviati, che in quegli anni (gli ultimi della sua vita) operava a Roma con grande successo, grazie anche allo stretto rapporto amicale e stilistico con il Vasari.
Sono convinto che in questo caso il modello principale di riferimento del pittore è stato il Raffaello delle Stanze Vaticane e non Michelangelo.
Francesco Salviati: Nozze di Cana (Foto di Antonio Primavera)
Per approfondire:
http://www.rosarioplatania.it/chiese/altre/lauro/affresco.htm
http://www.rosarioplatania.it/chiese/altre/lauro/refettorio.htm
(Foto di Pietro Massolo)




















