SANTA CATERINA A MAGNANAPOLI

Tutti passano di fronte a questa bella chiesa seicentesca, che si trova in uno dei punti più trafficati di Roma, quasi all’imbocco di Via Nazionale.
Ma pochi romani, anzi direi pochissimi, la conoscono, sebbene sia la chiesa principale dell’Ordinariato Militare.
Fu costruita dall’architetto G. B. Soria fra il 1628 ed il 1641.
L’origine del nome della piazza, un po’ strano, non è chiara. Sono state fatte varie ipotesi. Ma in ogni caso Largo Magnanapoli è uno dei luoghi più interessanti di Roma dal punto di vista storico. Basti pensare ai resti delle mura serviane nel giardinetto al centro, al vicino ingresso dei Mercati di Traiano ed all’imponente Torre delle Milizie. Per non parlare della famosa Salita del Grillo, che termina proprio a pochi metri di distanza dalla chiesa. E poi, un po’ più in là, il Quirinale….
Siamo veramente nel cuore di Roma antica, medioevale e moderna!
Ma torniamo alla chiesa.
La facciata è preceduta da un doppio scalone che ricalca il modello michelangiolesco del Palazzo Senatorio al Campidoglio. Fu realizzato all’inizio del Novecento in seguito all’apertura di Via Nazionale, che comportò un notevole abbassamento del livello stradale.
La facciata è un tipico esempio del passaggio dal tardo rinascimento al barocco, di cui Soria fu uno dei protagonisti: compatto doppio ordine di lesene, portico a tre arcate, grande timpano sulla sommità. Indubbiamente, le trasformazioni tra ottocento e novecento hanno cambiato in modo radicale l’impatto visivo della chiesa, la cui facciata risulta oggi molto innalzata rispetto alla strada e quindi più ‘monumentale’ rispetto a quando venne costruita. Ma secondo me non ha perso niente, anzi nel complesso ha acquisito una sua maggiore originalità nel contesto urbano.
L’interno è a navata unica con tre cappelle per lato, secondo il modello imperante nel periodo della Controriforma.
Nella volta possiamo ammirare un affresco di Luigi Garzi del 1713 che rappresenta la Gloria di Santa Caterina da Siena.
L’opera più interessante si trova nel presbiterio: è l’apparentemente berniniana Estasi di Santa Caterina, in realtà realizzata dallo scultore barocco, di origine maltese, Melchiorre Cafà o Caffà, coevo del Bernini.
Per approfondire:
 
 

SANTA BARBARA DEI LIBRAI

RIONE REGOLA

A poca distanza da Piazza Cairoli si trova questa chiesa bella, interessante e poco conosciuta, costruita sulle rovine del Teatro di Pompeo. L’epoca della fondazione è imprecisata, ma risale comunque al Medioevo e quasi sicuramente a prima del Mille. Sulla parete interna sinistra, infatti, possiamo leggere un’iscrizione del secolo XI da cui risulta che la chiesa appartenne a Giovanni Crescenzio (m. 1012), il nobile romano che dopo aver cacciato da Roma Ottone III divenne il vero padrone dell’Urbe assumendo il titolo di “Patrizio dei Romani. Nel 1601 venne affidata alla Confraternita dei Librai, che la tenne fino al 1878, anno dello scioglimento. In seguito la chiesa fu per lungo tempo trascurata fino ai restauri realizzati grazie ad una campagna per il suo recupero, iniziata negli anni’70 del Novecento.

L’attuale aspetto risale alla seconda metà del Seicento. La piccola facciata della chiesa, incassata fra due palazzi, si deve a Giuseppe Passeri (1654-1714). Lo stile si può far rientrare nella tendenza tardo-barocca. All’interno della nicchia in alto c’è la statua della Santa titolare, opera di Ambrogio Parisj. Da notare l’Angelo dipinto sul muro accanto attribuito a Guido Reni.

All’interno troviamo, fra le altre cose, affreschi di Luigi Garzi (1638-1721), un allievo di Andrea Sacchi, un trittico quattrocentesco che raffigura la Madonna col Bambino tra San Giovanni Battista e l’Arcangelo Michele e un Crocifisso ligneo del Trecento.

Sitografia:

http://www.romaspqr.it/ROMA/CHIESE/Chiese_Barocche/interno_s_barbara_dei_librai.htm

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Barbara_dei_Librai

https://www.romasegreta.it/parione/s-barbara-ai-librari.html

Bibliografia:

Gonippo Morelli, La Chiesa di S. Barbara de’ Librari, ed. Libreria Pontificia Federico Pustet, 1929 (disponibile in fotocopia in chiesa, su richiesta)

Mariano Armellini, Le Chiese di Roma dalle loro origini fino al secolo XVI, I ed. Tipografia Editrice Romana, 1887

(Foto di Pietro Massolo)

SAN PAOLO ALLA REGOLA

La chiesa sorge nel luogo in cui, secondo la tradizione, San Paolo abitò durante il suo soggiorno a Roma.
Infatti all’interno della chiesa una cappella è indicata come la stanza dell’Apostolo.
‘Regola’ è il nome del rione, situato lungo la riva sinistra del Tevere (sinistra guardando il fiume partendo dalla sorgente, ovviamente).
Nella sua forma attuale, la chiesa risale alla fine del XVII secolo, quando fu ricostruita dall’architetto G. B. Bergonzoni, ma è sicuramente molto più antica.
La facciata venne completata nel 1728 da Giuseppe Sardi e Giacomo Cioli.
L’interno è a croce greca.
Nell’abside troviamo, fra le altre cose, gli affreschi di Luigi Garzi che illustrano ‘Storie della vita di San Paolo’.