SANTA MARIA DEL POPOLO

Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476) e soprattutto a causa della guerra greco-gotica (535-553), che fra le altre cose comporta il taglio degli acquedotti, inizia un periodo oscuro. Roma si restringe e la zona ora occupata da Piazza del Popolo torna ad essere sostanzialmente extraurbana, pur trovandosi all’interno del perimetro delle Mura Aureliane. Dopo i secoli ‘bui’, diciamo così, dell’Alto Medioevo, il primo intervento importante e decisivo nell’area è quello promosso da papa Pasquale II (1099-1118), che fa costruire il nucleo della Chiesa di Santa Maria del Popolo nel 1099, secondo la tradizione nel luogo demoniaco del sepolcro di Nerone, il cui fantasma si aggirava (e forse si aggira ancora…) nella zona. Lo spettro di Nerone è uno dei tanti fantasmi romani “storici”:

https://massolopedia.it/fantasmi-romani/

Inizialmente si tratta, in effetti, di una cappella, costruita come ringraziamento alla Vergine per la conquista di Gerusalemme (1099) con i soldi del popolo romano e questo spiegherebbe il nome. Nel Duecento la cappella viene ingrandita, anche perché Gregorio IX (1227-1241) fa trasportare da S. Giovanni in Laterano una sacra icona mariana del tipo “odigitria” (=che mostra la via) attribuita a S. Luca, ancora oggi visibile sull’altare e nota come Madonna del Popolo. Un recente restauro ha permesso il riconoscimento della firma di Filippo Rusuti, noto esponente della cosiddetta Scuola Romana, attiva fra Due- e Trecento. La vera e propria chiesa, nella sua forma definitiva, viene costruita durante il pontificato di Sisto IV Della Rovere (1471-1484), il cui stemma è infatti ancora visibile sulla facciata. La questione della paternità del progetto è ancora sub judice. La struttura è, comunque, tipicamente rinascimentale, come si può notare dalla semplicità e linearità della facciata, forse di Andrea Bregno. Da notare il campanile quattrocentesco, un tipico esempio dello stile tardogotico lombardo, dovuto al fatto che nel 1472 la chiesa viene affidata agli agostiniani della Congregazione Lombarda. Purtroppo nell’Ottocento il convento agostiniano, nel quale aveva soggiornato Martin Lutero, è stato sacrificato per la ristrutturazione della piazza.

La pianta è a tre navate con 4 cappelle per lato. Al Bramante dobbiamo il coro attuale dei primi del Cinquecento, la cui volta viene affrescata mirabilmente dal Pinturicchio (1508-1510). Nel ‘600, però, la chiesa viene, per così dire, “barocchizzata” dal Bernini, il quale disegna i due altari ai lati del transetto, modifica (ma forse sarebbe meglio dire “completa”) la meravigliosa Cappella Chigi, disegnata da Raffaello per Agostino Chigi nel 1513-1514, e fa inserire le statue di santi in stucco realizzate dai suoi allievi. In questo modo l’austera impronta agostiniana iniziale viene nettamente modificata, anche se comunque l’intervento non è stato in generale giudicato negativo. Roma ci ha fin troppo abituati alle sovrapposizioni di stili. Si può fare un agevole confronto, didatticamente importante, tra la cappella raffaellesca, in cui si rivela lo spirito del Rinascimento nonostante l’intervento berniniano, e la sontuosa Cappella Cybo, che sta proprio di fronte, capolavoro barocco di Carlo Fontana.

Fra le moltissime opere presenti nella basilica non si possono tralasciare le due celeberrime tele di Caravaggio presenti nel transetto sinistro (Cappella Cerasi): la Conversione di S. Paolo e la Crocifissione di S. Pietro. Fra le due opere si trova una bellissima Assunzione di Annibale Carracci, che secondo me può essere molto utile per un confronto tra il classicismo dei Carracci e il crudo naturalismo caravaggesco, che insieme, all’inizio del Seicento, contribuiscono a innovare profondamente la pittura italiana dopo il lungo predominio manierista.

Da non perdere: previo permesso si può accedere alla sagrestia, in cui si trova un fantastico altare marmoreo del 1473 firmato da Andrea Bregno.

Sitografia:

https://massolopedia.it/piazza-del-popolo/

http://www.smariadelpopolo.com/it/la-basilica

https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_Santa_Maria_del_Popolo

https://www.arte.go.it/event/filippo-rusuti-e-la-madonna-di-san-luca-in-santa-maria-del-popolo/

Bibliografia:

Fondamentale, come sempre, la Guida Rossa del Touring (io uso l’ed. 2004);

Sono disponibili in chiesa, su richiesta: Carlo Sabatini, Santa Maria del Popolo, ed. Interstampa, e la guida storica in quattro lingue, priva però di indicazioni sull’autore, ed. L’Agostiniana, con una notevole documentazione fotografica.

(Foto di Pietro Massolo)

SANTA MARIA DEI MIRACOLI

Rione Campo Marzio

Si trova in Piazza del Popolo, fra Via del Corso e Via di Ripetta. Viene generalmente ritenuta la gemella di S. Maria in Montesanto, che sta a pochi metri di distanza, ma in realtà si tratta di una pura apparenza perché le due chiese non sono uguali:

https://www.youtube.com/watch?v=fXSem09y0Aw

Questa chiesa è, come dice il nome stesso, strettamente legata ad un evento miracoloso che vede come protagonista una delle tantissime “Madonnelle” di Roma:

https://massolopedia.it/ossa-santi-madonne-e-madonnelle/

Il 20 giugno del 1525 (Luciani, p. 22) una donna, il cui bambino era caduto nel Tevere nei pressi dell’attuale Ponte Margherita, invocò l’aiuto di una Madonna dipinta che era stata collocata vicino al fiume e il piccolo tornò miracolosamente a galla. Attualmente, l’immagine miracolosa si trova nella chiesa di S. Giacomo in Augusta ( https://massolopedia.it/san-giacomo-in-augusta/ ), dove fu trasferita nel 1590 dopo varie vicende. Nella cappelletta costruita dove stava l’immagine dipinta, esposta alle rovinose piene del Tevere, venne posta una copia, che ora si trova in S. Maria dei Miracoli, inserita nell’Altare Maggiore.

Al papa Alessandro VII (1655-1667) si deve la decisione di costruire le cosiddette “chiese gemelle” nell’ambito di un vasto progetto di risistemazione di Piazza del Popolo seguita all’arrivo di Cristina di Svezia nel 1655. Il progetto di Carlo Rainaldi prevedeva la creazione di due chiese poste al centro del Tridente, come potente scenografia per i pellegrini che venivano a Roma da Nord. Il progetto venne poi modificato da G. L Bernini e da Carlo Fontana ed entrambe le chiese vennero completate alcuni anni dopo la morte del pontefice, negli anni ’70 del Seicento.

La caratteristica principale della facciata è il profondo pronao, le cui colonne reggono un’alta trabeazione sormontata da un timpano. Diciamo pure che il prospetto appare identico a quello di S. Maria in Montesanto. La cupola ottogonale è stata progettata da Carlo Fontana. Si noti che la cupola della chiesa “gemella” è invece dodecagonale. Inoltre la pianta della chiesa dedicata alla Vergine dei Miracoli è circolare, mentre quella della chiesa “gemella” è ellittica. In effetti queste differenze non si notano subito: un chiaro esempio di illusionismo barocco!

Sitografia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_dei_Miracoli_(Roma)

https://massolopedia.it/piazza-del-popolo/

Bibliografia:

Roberto Luciani, S. Maria dei Miracoli e S. Maria in Montesanto, ed. Fratelli Palombi

Federico Gizzi, Le chiese barocche di Roma, ed. Tascabili Economici Newton

(Foto di Pietro Massolo)

PIAZZA DEL POPOLO

Roma è piena zeppa di luoghi e cose importanti da vedere, ammirare e capire.
Ovvio.
Però se uno vuole veramente capire la storia della Città Eterna deve studiare: Piazza del Popolo, i Fori Imperiali, l’area tra la Stazione Termini e Piazza Esedra (o della Repubblica) e Piazza Venezia. In queste quattro aree è condensata praticamente tutta la storia di Roma.
Speriamo che siano conservate per sempre e che non accada mai più quello che è successo dopo l’Unità.
Cominciamo con Piazza del Popolo.
Innanzitutto il nome. Nessuno sa con certezza l’origine del nome della chiesa che dà il nome alla piazza.
Prima ipotesi: la chiesa, anzi inizialmente la cappella venne costruita con i soldi del popolo romano.
Seconda ipotesi: un boschetto di pioppi (dal latino ‘populus’) esisteva proprio in corrispondenza della tomba di Nerone ed il luogo di culto sarebbe stato costruito proprio lì per esorcizzare le demoniache presenze legate al ricordo del tiranno che aveva incendiato Roma.
Ma andiamo avanti, tanto non ne veniamo a capo.
È il punto in cui l’antica Via Flaminia entra nella città. Un punto davvero cruciale. Il passaggio per i pellegrini che vengono dal Nord. Lutero infatti passò da qui e fu ospitato nel convento agostiniano annesso alla chiesa di S. Maria del Popolo, demolito nell’Ottocento per allargare la piazza.
Cerchiamo di capire la lunghissima serie di trasformazioni.
L’area in origine non era inclusa nelle mura serviane, quindi era una zona suburbana: campagna, vigneti, ville..
Poi la città cresce e la situazione cambia radicalmente. Diventa un’area urbana o quasi.
Infatti, quella che chiamiamo Porta del Popolo anticamente era detta Porta Flaminia, una delle porte delle Mura Aureliane (costruite dall’omonimo imperatore nel III secolo d. C.), che includevano molte zone non comprese nel perimetro delle mura più antiche.
La Via Flaminia entrando in città cambia nome, divenendo prima Via Lata e poi, dal Quattrocento, Via del Corso (per via delle corse dei cavalli).
Torniamo indietro.
Dopo la caduta dell’Impero inizia un periodo oscuro. Roma si restringe e la zona torna ad essere
sostanzialmente extraurbana, pur trovandosi all’interno del perimetro delle Mura Aureliane.
Dopo i secoli ‘bui’, diciamo così, dell’Alto Medioevo, il primo intervento importante e decisivo nell’area è quello promosso da papa Pasquale II, che fa costruire il primo nucleo della Chiesa di Santa Maria del Popolo nel 1099.
Inizialmente si tratta, in effetti, di una cappella.
La vera e propria chiesa viene costruita durante il pontificato di Sisto IV Della Rovere (1471-1484), il cui stemma è infatti ancora visibile sulla facciata.
La struttura è, in effetti, tipicamente rinascimentale, come si può notare dalla semplicità e linearità della facciata. Nel ‘600, però, la chiesa viene, per così dire, barocchizzata dal Bernini.
Riprenderò presto il discorso sulla storia e sulle caratteristiche di questo meraviglioso luogo di culto, dove tra le altre cose troviamo una cappella progettata da Raffaello e due opere straordinarie di Caravaggio….
Per la storia e la descrizione di S. Maria del Popolo vedi qui:
Ma torniamo alla storia generale della Piazza.
Dal punto di vista urbanistico, un enorme rilievo assunse la creazione, nel corso del XVI secolo, delle due vie laterali rispetto alla centrale Via del Corso: Via di Ripetta e Via del Babuino (prima chiamata Via Paolina). Nasceva così il famoso “Tridente”, un elemento essenziale della rete viaria dell’Urbe, soprattutto per la circolazione e l’orientamento dei pellegrini provenienti dal Nord.
Porta del Popolo, che oggi collega Piazzale Flaminio a Piazza del Popolo, corrisponde all’antica Porta Flaminia. Bisogna dire che alla fine del Medioevo quest’antica porta delle Mura Aureliane risultava pesantemente danneggiata e ormai seminterrata a causa dei detriti portati dal Tevere durante le frequenti inondazioni.
Si arrivò così, pian piano, alla decisione di Pio IV Medici (1559-1565) di rifarla, ovviamente ad un livello più alto. L’incarico venne commissionato inizialmente a Michelangelo, già molto anziano, il quale preferì affidarlo al fiorentino Giovanni Lippi, detto Nanni di Baccio Bigio. Il Lippi s’ispirò all’Arco di Tito e infatti la nuova struttura aveva in origine un solo fornice. L’edificio venne dotato di una merlatura a busti corazzati, rielaborazione di quella michelangiolesca di Porta Pia (vedi: https://massolopedia.it/porta-pia/ ).
In un’incisione di Giuseppe Vasi risalente alla metà del XVIII secolo si vede bene l’aspetto esterno della porta: un solo fornice con due torri quadrangolari ai lati, che avevano sostituito quelle antiche semicircolari. Tale struttura è rimasta inalterata fino al 1879, quando furono demolite le due torri laterali allo scopo di aprire al loro posto due nuovi fornici per migliorare la viabilità in un’area ritenuta nevralgica della nuova Capitale d’Italia. Si noti che le 4 colonne della facciata provengono dalla vecchia Basilica di S. Pietro. Le statue di S. Pietro e di S. Paolo dello scultore Francesco Mochi furono inserite nella facciata nel 1638.
L’obelisco egiziano autentico, detto Obelisco Flaminio, che si trova al centro della piazza, proveniente dal Tempio di Eliopoli e risalente ai faraoni Seti I e Ramesse II (cioè a più di tremila anni fa), era stato trasportato a Roma da Ottaviano Augusto e posto sulla spina del Circo Massimo. Dopo più di 1500 anni fu ritrovato in tre pezzi al tempo di Sisto V (1585-1590), il quale lo fece risistemare ed erigere nella piazza dall’architetto Domenico Fontana nel 1589.
(Continua)
Per approfondire:

(Foto di Pietro Massolo)