Le origini della chiesa, menzionata sin dal XII secolo, ma ricostruita nel Quattrocento e alla fine del Cinquecento, non sono ben note. Si affaccia sulla piazza omonima, una delle più importanti del Rione Ponte.
Il suo nome è stato messo in relazione con un boschetto di lauri che si trovava nelle vicinanze.
È la chiesa ‘nazionale’ dei marchigiani da quando nel 1669 fu acquisita dall’Arciconfraternita dei Piceni. Infatti sulla facciata si può ammirare un rilievo che rappresenta la Santa Casa di Loreto.
Nel 1591 venne distrutta da un incendio e pochi anni dopo iniziò la ricostruzione, alla quale partecipò anche l’architetto Ottaviano Mascherino, che terminò soltanto nell’Ottocento con la costruzione della facciata ‘purista’ su disegno dell’architetto Camillo Guglielmetti.
L’nterno della chiesa, ad una sola navata con cappelle laterali (nel tipico stile della Controriforma) mostra un’impronta tipicamente palladiana nei grandiosi fusti delle colonne aggettanti.
Il transetto e la cupola sono opera dall’architetto romano Ludovico Rusconi Sassi (1678-1736). L’altare maggiore fu progettato da Antonio Asprucci alla fine del Settecento.
Nelle cappelle laterali troviamo opere di pittori importanti, fra cui spicca Pietro da Cortona (Adorazione dei pastori, terza cappella a destra: di tratta di una delle primissime opere dell’artista).
All’esterno sono da notare i potenti contrafforti sul fianco destro, che ricordano le chiese (cosiddette) gotiche.
Annesso alla chiesa è un convento fatto costruire dal cardinale Latino Orsini a metà del Quattrocento. Nel refettorio del convento troviamo opere d’arte di enorme valore storico: affreschi del manierista Francesco Salviati (1550) e monumenti funebri del XV secolo realizzati da Isaia da Pisa e Giovanni Dalmata.
Da consultare anche la piccola e ben fatta guida disponibile nella chiesa.
REFETTORIO
CHIOSTRO
(Foto di Pietro Massolo)














