IL DELITTO DI AVETRANA
Guardando le foto di Sabrina Misseri e della povera Sarah Scazzi mi è venuta in mente la filosofia di Nietsche!
Tutti, o per meglio dire molti, sanno che la base di tutto il pensiero di Nietzsche è la contrapposizione tra spirito apollineo e spirito dionisiaco……
Procediamo con ordine.
Si capisce subito che la tragedia di Avetrana si presenta come una tipica tragedia greca.
Avetrana, il cui nome originario è Vetrana, è una città di origine antica. Fu fondata, a quanto pare, dai Romani, ma in un territorio in cui la cultura messapica, di origine illirica, da secoli si fondeva con quella magnogreca. Quindi l’influsso greco era chiaramente preponderante.
Sulla base delle risultanze processuali, si tratta di una tragedia della gelosia: in base alla sentenza, Sabrina Misseri ha ucciso, in concorso con la madre Cosima, la cugina Sarah Scazzi perché quest’ultima con la propria bellezza attraeva troppo Ivano Russo, un ragazzo di cui Sabrina era innamorata. Anche il padre di Sabrina, lo zio Michele, è un tipico eroe tragico dell’arcaica civiltà contadina: disperato per la sorte della moglie e della figlia, decide di immolarsi per salvarle autoaccusandosi dell’assassinio di Sarah, immettendo nella vicenda una scabrosa nota incestuosa di molestie sessuali finite male nei confronti della bella nipote.
La gelosia è un tema quasi onnipresente nella mitologia greca e quindi nella letteratura tragica, che sulla mitologia si basa. La gelosia di Deianira è la causa della morte di Eracle-Ercole; Medea non solo fa morire la rivale in amore Glauce, ma arriva al punto di dare in pasto a Giasone, che le aveva promesso eterno amore e poi si era innamorato della suddetta Glauce, i figli da lui stesso avuti….
Ma l’evidente tematica tragica è solo un aspetto superficiale di tutta la vicenda, che in effetti rivela un conflitto perenne, individuato dal genio di Friedrich Nietsche, tra Apollo e Dioniso.
Guardate le foto della povera Sarah -o Sara- e di Sabrina insieme:
Si capisce che il conflitto tragico tra Sabrina e Sara non è quello della ‘brutta’ che odia la ‘bella’ al punto di ucciderla. In verità anche Sabrina è bella, anzi bellissima. Guardate i suoi occhi scuri affascinanti, in cui sentite la forza oscura di un’antica civiltà mediterranea matriarcale! E guardate il suo corpo forte e femminile nello stesso tempo. Altro che brutta! Lì c’è tutta l’energia primordiale dell’ebbrezza selvaggia dionisiaca.
La povera Sara, invece, rientra perfettamente nell’apollineo con la sua bellezza pura, eternamente fissata dalla tragica morte nella sua forma adolescenziale incorrotta….
Ma che cos’è, in fondo, la tragedia, se non il canto del capro, come la stessa etimologia della parola c’insegna? Un canto dionisiaco, visto che il capro era animale sacro a Dioniso, dio dell’ebbrezza e della natura selvaggia, e le catartiche rappresentazioni tragiche si svolgevano nel corso di feste dionisiache….
Nietsche si sarebbe appassionato alla vicenda di Avetrana. Ne sono convinto.