Da qualche tempo ho notato l’aggravamento di un fenomeno non solo molto fastidioso, ma anche, direi, inquietante.
Ormai circa un terzo dei telegiornali, mediamente, è dedicato alle liturgie funebri.
Che si tratti di vittime del terrorismo o di un ennesimo terremoto, la solerzia ‘giornalistica’ non cambia e non si ferma.
I ‘servizi’ (funebri, direi!) mandati in onda sono quasi sempre gli stessi.
Il copione si ripete: rievocazione-esaltazione delle vittime (tipica la frase di qualche conoscente pescato per caso: ‘io lo/la conoscevo, era una bravissima persona’), interviste ai familiari (meglio se in lacrime per aumentare l’audience), la scena dell’arrivo del feretro in aereo o in elicottero, riprese strazianti in chiesa durante il funerale, uscita dalla chiesa con gli applausi…….
BASTA CON LE LITURGIE FUNEBRI NEI TELEGIORNALI!
La mia domanda è: ma che cosa c’entra tutto questo con il giornalismo?!
Dove stanno le ‘notizie’?!
Dove sta l’informazione!?
Spesso il ‘giornalista’ (diciamo così…) arriva al punto di chiedere al familiare della vittima: ‘come si sente?’
Orrendo. Disumano. Raccapricciante.
Siamo ormai alla pornografia del lutto!
Basta!!!!!!!!!!!!!!!!