IL PALAZZO FARNESE DI CAPRAROLA

La forma pentagonale del palazzo è dovuta al fatto che inizialmente era stato concepito come una fortezza. Il progetto iniziale era stato affidato dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio (il futuro papa Paolo III) all’architetto Antonio da Sangallo il Giovane. Il progetto non potè essere pienamente realizzato per una serie di motivi e in particolare per l’elezione del cardinale al soglio pontificio nel 1534 e per la morte del Sangallo nel 1546.

Il cardinale Alessandro il Giovane, nipote di Paolo III (nel senso che il papa era suo nonno), riprese il progetto e lo affidò a Jacopo Barozzi detto il Vignola. I lavori ripresero nel 1559. Venne mantenuta la pianta pentagonale, ma la destinazione  d’uso venne radicalmente modificata: da fortezza difensiva, concepita probabilmente, secondo lo studioso Luciano Passini, subito dopo il tremendo Sacco di Roma del 1527, a palazzo di rappresentanza.

Nell’insieme, appare evidente il carattere un po’ ibrido della struttura, elegante e possente nello stesso tempo, che proprio per questo si presenta originale e affascinante.

Forse la soluzione più interessante del Vignola è data dal rapporto tra il palazzo e il centro abitato. L’architetto realizzò una strada diritta relativamente stretta che collega il Borgo al Palazzo, al quale si arriva percorrendo la salita. Solo verso la fine si offre in pieno alla vista la maestosa e solida struttura. In tal modo l’effetto scenografico esprime in modo perfetto lo stretto rapporto che doveva legare Caprarola alla famiglia Farnese.

Alla morte del Vignola (1573) il palazzo era completato. Ulteriori lavori e perfezionamenti, con particolare riferimento agli  stupendi giardini “all’italiana”, andarono avanti anche dopo la morte del cardinale Alessandro Farnese (1589) fino alla prima metà del Seicento.

STORIA E GEOGRAFIA DEL TURISMO – SINTESI

A quanto pare, il turismo è antico quanto l’uomo perché alla nostra specie piace viaggiare.
Ma a parte quest’ovvia e banale considerazione, il turismo di massa si è sviluppato soprattutto dopo la II Guerra Mondiale. Prima era un fenomeno molto elitario. La ragione è ovvia: nel passato viaggiare costava moltissimo e richiedeva tempi lunghissimi. Non a caso Jules Verne (1828-1905) intitolò il suo romanzo ‘turistico’ ‘Il giro del mondo in 80 giorni’. A quell’epoca un simile viaggio era davvero fantascienza pura. Oggi come oggi lo possiamo fare in un tempo enormemente più breve e non è neppure riservato ai ricchi sfondati.
Le tendenze del turismo sono rapidamente molto cambiate rispetto al passato.
Non siamo più tanto legati alle stagioni, utilizziamo l’aereo e lo prenotiamo all’ultimo momento usando internet.
Se prenotiamo in anticipo possiamo usufruire dei voli low cost. Oggi in effetti il turismo è più democratico.
Il consumo turistico si è anche molto diversificato. Anzi diciamo specializzato.
Oggi il turista cerca cose particolari e vuole sempre di più i ‘pacchetti personalizzati’.
C’è l’enogastroturista e l’ecoturista, ed ormai il turista è sempre più ‘consapevole’, nel senso che non solo sa viaggiare, ma è anche sensibile alle problematiche ambientali.
Ma da dove vengono i turisti e dove vanno?
Le statistiche sono chiare.
Oggi il turismo è più democratico, è vero, ma fino ad un certo punto.
In verità i turisti provengono in nettissima maggioranza dai paesi più ricchi e più progrediti e vanno prevalentemente verso i paesi più vicini ed anche più sviluppati.
È ovvio che i paesi più ricchi hanno anche una migliore organizzazione turistica.
Questa è la tendenza generale dominante.
Infatti in Italia il Nord riceve un numero nettamente maggiore di turisti rispetto al Centro ed al Sud. Eppure il Sud ha enormi potenzialità sia dal punto di vista naturalistico che culturale.
In base ai dati forniti dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, risulta evidente che la spesa turistica globale aumenta in modo costante e che l’Europa si mantiene al primo posto come arrivi. L’Asia sale ed il Medio Oriente scende (per ovvie ragioni). Francia, USA e Spagna erano al primo posto come arrivi nel 2013.
Tutto sommato l’Italia, con il primato mondiale assoluto dei siti riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, potrebbe ottenere risultati maggiori con una migliore organizzazione turistica.

 

SITI UNESCO O WORLD HERITAGE LIST-ITALIA

Attualmente, mi risulta che l’Italia possiede ben 51 siti riconosciuti come ‘Patrimonio dell’Umanità’ in base ai criteri stabiliti nella Conferenza Generale dell’Unesco del 1972. Primato mondiale!
Tra questi figura ovviamente anche il centro storico di Roma (riconosciuto già nel 1980), e cioè l’area compresa nel perimetro delle Mura Aureliane ed anche quella all’interno delle Mura Gianicolensi, cui si devono aggiungere le proprietà extraterritoriali della Santa Sede e San Paolo fuori le Mura.
Va precisato che la World Heritage List riguarda anche aree d’interesse naturalistico e paesaggi vitivinicoli come quelli piemontesi delle Langhe-Roero e del Monferrato. Quindi un misto di natura ed opera dell’uomo può costituire un patrimonio dell’intera umanità, il che mi sembra molto giusto.
E fuori Roma cosa troviamo nel Lazio?
Sono siti Unesco anche le necropoli etrusche di Tarquinia e Cerveteri, Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli.

TURISMO-NOZIONI ESSENZIALI-MA CHI SONO I TURISTI?

Prendo il treno oppure la corriera e vado a vedere una sagra paesana del vino, oppure di qualche prodotto mangereccio particolarmente invitante, e ritorno la sera satollo.
Sono un turista? No!
In senso tecnico sono un ‘escursionista’.
La differenza è enorme.
Sembra strano, ma rientrano nelle statistiche turistiche solo le persone che si spostano e rimangono almeno una notte fuori.
E chi si sposta per affari?
Sembra strano, ma l’uomo d’affari che va a New York oppure a Tokio per ampliare la sua sfera d’azione commerciale con una temeraria joint venture viene considerato ‘turista’ anche se la sua attività non c’entra niente con quello che tutti consideriamo turismo.
Purché rimanga almeno una notte.
Quindi il turista non è sempre un turista ed il non-turista molto spesso è turista.
Così è.

TURISMO-NOZIONI ESSENZIALI-GUIDE E ACCOMPAGNATORI

Forse non tutti sanno che  la Guida Turistica opera a livello territoriale, mentre l’Accompagnatore può esercitare la professione in tutto il mondo.
Però l’accompagnatore, in teoria, non può illustrare direttamente siti determinati e musei. Questa è materia riservata alle guide locali. Di fatto le cose in Italia vanno un po’ diversamente. A parte gli abusivi veri e propri, che si trovano un po’ dappertutto, le ‘guide’ straniere imperversano senza troppi problemi. In linea generale, possiamo tranquillamente dire che le esigenze ‘comunitarie’ prevalgono sugli interessi professionali delle guide turistiche italiane.
Bisogna precisare che le recenti normative introdotte in Italia, dovute ad un guazzabuglio di pressioni politiche dell’Unione Europea e diciamolo pure lobbistiche, hanno creato non poca confusione e comunque di fatto hanno favorito le ‘guide’ straniere a discapito di quelle nostrane. Il ministro Franceschini, nel 2015, aveva addirittura fatto approvare una legge che avrebbe obbligato le guide turistiche già patentate ad ulteriori esami su siti specifici! Si trattava di un provvedimento talmente iniquo che per fortuna è stato giudicato illegittimo dal TAR del Lazio.
Però sul piano legislativo la situazione rimane un po’ confusa, anzi molto confusa.
 

ASPETTI DEL TURISMO

Gli studiosi della materia distinguono tre aspetti del turismo che però sono strettamente collegati:
TURISMO ATTIVO SVOLTO DAI TURISTI O VIAGGIATORI;
TURISMO PRODUTTIVO SVOLTO DAGLI OPERATORI COME ALBERGATORI E TOUR OPERATOR;
TURISMO PASSIVO CHE RIGUARDA I RESIDENTI NELLE LOCALITÀ TURISTICHE.
Di particolare rilievo è il problema del turismo passivo, nel senso che i turisti occupano lo spazio vitale dei residenti, usano in vario modo le risorse del territorio causando spesso problemi se non devastazioni. È il caso di Venezia.
Per ovviare a questi inconvenienti si sta cercando di agire sviluppando il cosiddetto turismo responsabile e promuovendo la cosiddetta cultura dell’accoglienza, sulla base del principio che il turismo deve essere vissuto come una risorsa.

ROCCA SINIBALDA

Rocca Sinibalda si trova nella Provincia di Rieti, nella Sabina orientale. Ha meno di 1000 abitanti residenti (844 nel 2010) ed è circondata dai boschi: un vero paradiso terrestre, quindi. Infatti il suo territorio è compreso nella Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia, molto importante sia dal punto di vista botanico (faggete e cerrete) che faunistico (è presente anche il lupo).
Il nome deriva dal Conte Sinibaldo, che governò la Sabina nel secolo XI.
Il monumento storico più importante di Rocca Sinibalda è il Castello Sforza Cesarini, le cui origini risalgono all’incirca al Mille, riconosciuto già nel 1928 come ‘monumento nazionale’.
Il suo aspetto attuale si deve alla ricostruzione affidata dal Cardinale Cesarini all’architetto Baldassarre Peruzzi nella prima metà del XVI secolo.
Dal 2014 è visitabile su prenotazione.
Per alcune sue peculiarità formali viene anche chiamato ‘castello delle metamorfosi’.
Infatti il Peruzzi riuscì a creare una perfetta via di mezzo tra le dure necessità dell’architettura militare e le esigenze dell’estetica.
Ma tutta Rocca Sinibalda è un luogo davvero romantico e magico….

 

PATRIMONI UNESCO ITALIA: QUALCOSA NON QUADRA

Ho notato che ben quattro Regioni italiane, vale a dire Abruzzo, Molise, Calabria e Valle d’Aosta non hanno ottenuto nessun riconoscimento nella WORLD HERITAGE LIST.
Tenendo conto del fatto che i riconoscimenti in totale sono 51 (primato mondiale), possibile che 4 dicasi 4 Regioni su 20 siano rimaste a bocca asciutta?
Bisogna cercare di capire se non vi sia stata qualche, diciamo così, sperequazione.
Ho il sospetto che le Regioni più ricche e potenti in senso economico e finanziario, tipo la Lombardia, che ha ben nove riconoscimenti, siano state nettamente favorite rispetto a Regioni più deboli, tipo il Molise, che come ho detto non ha ancora ottenuto niente.
Ma sono certo che queste 4 Regioni diciamo più ‘sfortunate’ meritano moltissimo sul piano naturalistico e storico-culturale.
Se volete documentarvi ecco una lista di siti utili:

 

MOLISE

UN ENORME PATRIMONIO STORICO-CULTURALE E NATURALISTICO
Il Molise, una Regione senza dubbio non molto vasta (la più piccola dopo la Valle d’Aosta), presenta una quantità enorme di monumenti storici, siti archeologici, musei ed aree naturali protette.
Eppure, non ha nessun sito riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
Non mi sembra giusto.
Possiede montagne in abbondanza ed un bel litorale marino.
Bisogna quindi promuovere il turismo in questa bellissima Regione centromeridionale.
Come prima cosa, dobbiamo dire che il Molise è il paese dei Sanniti, il popolo che per circa cinquant’anni, fra il 343 ed il 295 a. C., tenne testa ai Romani.
I centri turistici più importanti sono Termoli sul mare e Capracotta e Campitello Matese in montagna.
Termoli, città portuale e balneare e centro peschiero, è importante anche per i monumenti storici, tra i quali spicca il Castello Svevo.
Capracotta, centro sciistico ben sviluppato, ha subito gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale, ma conserva ancora alcune importanti testimonianze del suo passato.
Campitello Matese fino ad alcuni decenni fa era una località frequentata solo dai pastori, ma poi si è sviluppata molto come centro di sport invernali.
Indubbiamente il Molise, Regione per la verità non molto presente nei mass media (il che sotto molti aspetti è anche un bene!), ha grandi potenzialità turistiche da sfruttare meglio, ma senza ovviamente rinunciare al suo antico ed inconfondibile carattere!
 
 

MARCHE

Il turismo nelle Marche si sviluppa costantemente. Gli arrivi aumentano. Perché?
Semplice: i marchigiani hanno una vocazione imprenditoriale antica che sa valorizzare il patrimonio storico-artistico e naturalistico.
Tutela, valorizzazione e promozione le parole d’ordine.
Al terzo posto le spiagge marchigiane nel 2016 per il numero di bandiere blu (17).
Urbino, una delle capitali del Rinascimento, patria del divino Raffaello, con il suo fantastico Palazzo Ducale, è una città d’arte assoluta, inclusa nel Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Se ci andate, gustatevi anche la crescia, un particolare tipo di focaccia….
Fabriano è una delle cosiddette Città Creative dell’Unesco.
Jesi e Corinaldo sono tra gli esempi più belli di città murate.
Numerosi i castelli, tra cui possiamo citare la Rocca di Sassocorvaro nel Montefeltro (il Montefeltro merita un discorso a parte, ma è solo un esempio tra i tanti).
Tra i Santuari citiamo quello della Santa Casa di Loreto.
Le Marche hanno ben 4 Parchi Naturali Regionali, cui si aggiungono parti di 2 Parchi Nazionali (Monti Sibillini e Gran Sasso e Monti della Laga).
Tra le Riserve Naturali menzioniamo la famosa Gola del Furlo, luogo strategico lungo il tracciato dell’antica Via Flaminia.
E poi vino (famoso il Rosso Conero DOCG), olio, tartufi e prodotto tipici DOP, tra cui la famosa casciotta d’Urbino, un formaggio molto apprezzato da Michelangelo, e le gustose olive ascolane.
Tradizionalmente il piatto marchigiano è la polenta, preparata in vari modi….
Cosa aspettate?