STORIA DELLA FILOSOFIA-IL PROBLEMA DELLE ORIGINI

Il primo problema è quello delle origini di questa strana cosa che si chiama ‘filosofia’. La discussione storica verte soprattutto sull’origine geografica, diciamo così, della filosofia: è nata in Oriente o è un prodotto tipico ed esclusivo della civiltà ellenica? Non è facile rispondere a questa domanda, soprattutto perché in questo problema è implicita un’altra questione: quella della natura o essenza della filosofia. Come posso parlare di origini della filosofia se prima non so che cosa sia veramente la filosofia?
In effetti, si capisce bene che la questione delle origini della filosofia è un vero e proprio problema filosofico e tale rimarrà credo per sempre.
Dal mio personale punto di vista, non reputo giusto ed utile, in senso autenticamente filosofico, dare una definizione tecnica precisa della filosofia. Accolgo pienamente l’affermazione del grande Popper, secondo il quale ‘tutti gli uomini sono filosofi’. Perché? Perché secondo Popper tutti, prima o poi, ci poniamo problemi ‘filosofici’.
Tutta l’esistenza dell’uomo è piena di problemi filosofici. La politica è un problema filosofico, l’arte è un problema filosofico, la bellezza, la giustizia ed il bene sono problemi filosofici. La vita e la morte sono grandissimi problemi filosofici. Anche la scienza è un problema filosofico.
I filosofi che vengono studiati, che meritano un posto nella ‘grande’ Storia della Filosofia, non hanno affrontato, in linea generale, problemi assurdi ed incomprensibili. Hanno affrontato problemi che appartengono a tutta l’umanità e che tutti ci poniamo quotidianamente.
Un errore grave che ancora si fa nella Scuola e nell’Università consiste proprio nel fatto di non riuscire a far capire agli studenti che la Storia della Filosofia è la Storia di come l’umanità ha affrontato questi problemi che fanno parte della vita di tutti i giorni e che sono problemi di tutti. Quindi lo studio della filosofia ha o può avere un’utilità pratica, sul piano individuale e sociale, molto chiaro: abitua a ‘pensare’. Il che non è davvero poca cosa. Molti disastri della Storia si sarebbero forse evitati se prima di agire gli esseri umani avessero ‘pensato’.

ROBERTO GROSSATESTA

Sebbene sia poco noto, Roberto Grossatesta (1175-1253) ha avuto una grande importanza nella storia del pensiero occidentale.
Tralasciando la sua pur interessante biografia (fu tra l’altro vescovo di Lincoln) e la sua raffinata e complessa ‘metafisica della luce’, dobbiamo mettere in rilievo soprattutto le osservazioni sul metodo scientifico.
La sua ricerca filosofico-teologica non si basava soltanto sui libri delle ‘auctoritates’, ma si nutriva di osservazioni dirette su molti aspetti del mondo naturale ed in particolare sull’ottica. E in questo certamente fu un grande innovatore.
Partendo dagli scritti di Aristotele, Roberto elaborò una dottrina che sotto molti aspetti anticipò il metodo galileiano. Egli infatti mise in rilievo l’importanza della sperimentazione per l’individuazione delle vere cause dei fenomeni. Questo fatto è estremamente significativo perché fino al Rinascimento, a parte poche eccezioni, la filosofia della natura rimase ancorata ai libri di Aristolele, ritenuti infallibili e quindi non suscettibili di verifica tramite osservazioni ed esperimenti.
Non solo: Roberto Grossatesta affermò, 400 anni prima di Galileo, la fondamentale importanza della matematica nel campo della scienza.