ROCKY HORROR SHOW

Christropher Luscombe dirige la più famosa e trasgressiva opera rock, scritta più di 40 anni fa da Richard O’Brien.
In sostanza si tratta del connubio tra l’erotismo e l’horror. La formula continua a funzionare, evidentemente.
Nel caso specifico l’ingrediente horror è costituito da una variazione sul tema di Frankenstein che si fonde con la rivoluzione sessuale degli anni ’70 e la musica rock.
Al Sistina fino al 4 dicembre.

Monte

La montagna di solito nel cinema è sacra, ma stavolta è maledetta. Ti toglie il sole e la vita. Cosa fare?
Si potrebbe emigrare, ma lasciare la propria terra cancellerebbe il valore dell’identità. Bisogna abbattere la montagna!
Il che a molti potrebbe persino sembrare mostruosamente antiecologico.
Il regista iraniano Amir Naderi affronta il tema della lotta eterna e titanica dell’uomo contro la Natura ed il Destino avverso.
Forse un messaggio di speranza e di esortazione a lottare per le masse di disperati che si spostano da un continente all’altro?
La storia si svolge nel passato, ma potrebbe anche essere attuale.

Macbet

Macbeth!
Ancora e sempre la tragedia dell’ambizione e della seduzione del potere.
Shakespeare ha realizzato l’archetipo perfetto.
Un archetipo nell’archetipo, visto che in fondo Macbeth sta a Lady Macbeth come Adamo sta ad Eva.
Ma il ‘bardo’ ha anche realizzato la perfetta arte del teatro. Anzi il teatro puro. L’archetipo del teatro. Il teatro diventa la vita stessa, e la vita diventa teatro.
Si può  fare di più?
Si può cambiare qualcosa?
Se l’archetipo è perfetto ed immutabile, lo spettatore in 400 anni è mutato. La mutazione è stata rapida soprattutto negli ultimi anni, grazie al telecomando e ad internet.
Infatti, la regia di Luca De Fusco ha aggiunto, oltre alla musica (che certo non è una novità), la danza e i video. Tutto sommato è una logica conseguenza dell’evoluzione dello spettatore.
Al Quirino-Vittorio Gassman fino al 4 dicembre.

 

LA CURA DAL BENESSERE

Che cosa può succedere all’interno di una perfetta clinica svizzera che offre una cura tremendamente efficace basata sulla ‘purificazione della mente’?
Qualcuno prova ad indagare e si trova dentro un incubo mostruoso….
Diciamo che se Josef Mengele, noto medico e criminale di guerra nazista, che tra l’altro amava molto fare atroci esperimenti sui bambini, fosse ancora vivo, potrebbe guardare il film e scoprire che i suoi metodi erano un tantino antiquati. Con le moderne tecnologie si può fare molto di più!

 

3 GENERATIONS – UNA FAMIGLIA QUASI PERFETTA

Una femmina minorenne che si sente maschio interiormente vuole essere tale anche fisicamente e quindi pretende il trattamento ormonale.
La madre è d’accordo, ma il padre è uno di quei genitori ‘assenti’ e manca la firma di lui per attuare il piano legalmente.
La nonna lesbica non capisce tutto questo accanimento ‘terapeutico’ perché per lei, che ha lottato per la libertà individuale e l’emancipazione femminile, conta solo la volontà interiore….
Manca qualcosa per avere un film completo sul piano socio-politico-culturale?

IL SEGRETO

La storia raccontata dal regista irlandese Jim Sheridan, ambientata nell’Irlanda del Nord, contiene tutti gli elementi di base necessari per formare una storia avvincente sul piano emotivo ed interessante sul piano intellettuale: l’amore, la guerra, la maternità, la malattia mentale, la ricerca della verità dopo 40 anni di internamento in manicomio di una donna accusata di aver ucciso il proprio figlio appena nato.
E poi diciamo la verità: l’Irlanda, con i suoi paesaggi e la sua storia travagliata, possiede quel fascino particolare che ammalia lo spettatore…

Aspettando Godot

La celeberrima opera di Samuel Beckett, quintessenza e monumento del (cosiddetto) ‘teatro dell’assurdo’, al Teatro ‘Spazio Diamante’ in Via Prenestina, regia di Filippo Gili.
Le possibili interpretazioni dell’opera sono tante: metafora dell’incomunicabilità e/o dello smarrimento dell’uomo contemporaneo dopo la ‘morte di Dio’, due guerre mondiali, l’olocausto e la bomba atomica….
Oppure….la perdita di ‘senso’, l’incapacità di affrontare il domani e soprattutto l’oggi, visto che siamo inglobati in un ‘qui ed ora’ claustrofobico….
Alla fin fine è giusto, diciamo così, assistere alla rappresentazione e cercare di ‘capirla’ perché in fondo in fondo aspettiamo tutti, passivamente, qualcosa o qualcuno che non arriva mai.